Pubblichiamo alcuni
stralci dell'articolo di Stefano Folli
Meglio copiare bene che scrivere c..te
"25 FEBBRAIO LA
TEMPESTA PERFETTA" pubblicato sul Sole 24
Ore del 26 febbraio 2013.
La tempesta perfetta
del 25 febbraio sarà ricordata a lungo. Ha prodotto un'Italia
ingovernabile: un'Italia in cui i partiti che negli anni hanno
seminato vento ora raccolgono tempesta. Niente riforme, niente tagli
autentici ai costi della politica, scandali senza tregua, una valanga
di misure recessive. Appena ne ha avuto la possibilità, più di un
italiano su cinque è corso a votare Beppe Grillo con il piacere
sadico di rifilare un calcio dove non batte il sole ai capi e capetti
della partitocrazia.
Questa almeno è una
lettura del risultato di ieri. Ma non è l'unica. Un'altra conduce
all'Europa, la cui immagine non è mai stata così negativa e
respingente. L'Italia, Paese fondatore della Comunità e uno fra i
più sinceramente favorevoli all'integrazione, oggi sembra voltare le
spalle all'Unione. La diffidenza verso la moneta unica e verso i
sacrifici imposti dalla Ue (o dalla Germania?) ha prodotto una novità
senza precedenti nella nostra storia politica: un Parlamento in cui
il sentimento anti-europeista diventa per la prima volta
maggioritario. Accade se si sommano i voti raccolti da Grillo alla
maggior parte dei consensi rastrellati da Berlusconi grazie a una
campagna elettorale di eccezionale vigore ed efficacia.
Il Nobel
Paul Krugman ha scritto che le elezioni in Italia erano un referendum
sull'austerity, cioè sulle politiche di rigore economico. È così.
E il referendum è stato perso dai "rigoristi", capeggiati
da Monti, anche perché la loro medicina si è dimostrata troppo
amara per un'opinione pubblica che non vedeva l'ora di scrollarsi di
dosso un anno e più di «lacrime e sangue», senza una prospettiva
chiara di ripresa.
Ora, s'intende, si
tratta di capire se un modello alternativo è possibile. In assenza
di una maggioranza politica, o meglio con la sola Camera in grado di
esprimerne una (grazie al premio del famigerato "Porcellum"):
laddove è noto che il nostro è tuttora un sistema bicamerale.
Non sembra che
qualcuno abbia idee chiare, Grillo a parte. Ma da oggi, una volta
contati i voti e i seggi, si dovrà tornare con i piedi per terra.
Partendo dalle cose concrete. E cioè:
1- E' illusorio
credere che i Cinque Stelle siano pronti a fare concessioni al
centrosinistra, il gruppo più forte in quanto titolare del "premio"
di governabilità a Montecitorio. Il loro leader ha già detto che il
25 febbraio costituisce solo una tappa sulla via della maggioranza
assoluta. Dal suo punto di vista, difficile dargli torto.
2 -Pd e Pdl solo
in apparenza hanno salvato qualcosa del vecchio bipolarismo, poiché
sono riusciti a sopravvivere a se stessi. Intanto perché con tutta
evidenza il sistema bipolare è in realtà diventato tripolare (con
Grillo) e addirittura quasi quadripolare, se si considera il pur
modesto raggruppamento che fa riferimento a Monti (costato il
suicidio di Casini e Fini). Ma Pd e Pdl hanno un disperato bisogno di
rinnovarsi in modo radicale nelle idee, nei programmi e nelle
persone.
3 -Lo scenario che
si apre a breve termine è drammatico. C'è bisogno di un accordo
istituzionale per eleggere il capo dello Stato, oltre ai due
presidenti di Camera e Senato. Ma prima ancora c'è la necessità
improrogabile di individuare una chiave per gestire il Parlamento.
Ci sono due
possibilità, entrambe di estrema complessità. La prima è anche
velleitaria: dar vita a un governo Pd minoritario, fondato sul premio
di maggioranza alla Camera e sulla buona volontà al Senato. Si può
immaginare come sarebbe giudicato nella comunità internazionale. La
seconda invece è un'intesa di grande coalizione, variamente
declinata....
5 -Il compito a cui
si accinge Giorgio Napolitano nelle ultime settimane del suo mandato
è quasi proibitivo. Ma l'attuale presidente della Repubblica è
anche l'unico ad avere l'autorità e l'esperienza per affrontarlo.
Trovare il suo successore, del resto, non è mai stato così
difficile. Per un Parlamento polverizzato rischia di essere un
compito impari, estremo fattore di paralisi.